Caos in Malesia, l’ultima parola al Re

Pubblicato il 29 Settembre 2020 alle 10:35 Autore: Riccardo Izzo
Caos in Malesia, l’ultima parola al Re

La Malesia, da alcuni giorni, si è ritrovata a dover affrontare un caos politico dovuto alle dichiarazioni del capo politico dell’opposizione Anwar Ibrahim. Lo scorso giovedì quest’ultimo ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno creato una forte confusione all’interno del Paese.

Secondo Ibrahim si sarebbe affermata una nuova forte e stabile maggioranza in parlamento”. Dichiarazioni, quelle del leader d’opposizione, che lasciano dei forti dubbi sulla reale formazione di una nuova maggioranza, dato che lo stesso Ibrahim non ha specificato quali partiti facciano parte di essa. Questa nuova forza di Governo andrebbe a spodestare l’Alleanza nazionale che vede a capo l’attuale Primo Ministro Muhyiddin Yassin, anch’egli insediatosi grazie a un caos politico causato dalle improvvise dimissioni dell’ex Premier Mahathir Mohamad.

Il presunto neo capo dell’esecutivo ha affermato di “avere in programma un’udienza con il Yang di-Pertuan Agong – titolo del monarca della Malesia per accertare la possibilità di essere designato come nuovo Primo Ministro.

Il leader dell opposizione Anwar Ibrahim

Ibrahim è stato accusato da numerosi membri dell’attuale Governo di aver messo in atto una crisi politica subdola in un momento d’emergenza – quest’ultima aggravata da poco da un nuovo focolaio di Covid-19 nello Stato di Sabah nel Borneo – con l’unico obiettivo di destabilizzare il quadro politico del Paese. Mohamed Azmin Ali, attuale titolare del dicastero per il commercio internazionale e l’industria, con un tweet ha accusato Anwar di essere un bugiardo incorregibile e uno psicopatico politico”.

Attuale primo ministro malese Muhyiddin Yassin

Il Primo Ministro Muhyiddin non ha risposto alle dichiarazioni del leader dell’opposizione che, di contro, difende la crisi politica creatasi in quanto risposta alla debolezza e all’incapacità dell’attuale Governo di guidare la Nazione in questo momento storico.

Il caos di questi giorni ha radici più profonde: l’attuale Governo è scaturito dalle inaspettate dimissioni  nel Febbraio di quest’anno – dell’outsider 95enne Mahathir Mohamad. Un ritiro causato dalla sua contrarietà alla formazione di una nuova alleanza governativa con il partito conservatore “Organizzazione Nazionale Malese Unita” che faceva parte della coalizione sconfitta alle elezioni del 2018.

Il ruolo del Re – che attualmente è Abdullah di Pahang – è fondamentale poichè è lui che dà l’incarico al Primo Ministro. La prima mossa che dovrà fare è avere l’udienza con Anwar Ibrahim e con l’attuale Primo Ministro Muhyiddin Yassin, per capire se esistano i presupposti per una coalizione di Governo più stabile di quella attuale.

Le opzioni del Yang di-Pertuan Agong sono sostanzialmente tre

Indire nuove elezioni

Il Re potrebbe sciogliere il Parlamento nella prima seduta utile, che si terrà il 2 Novembre, e indire subito nuove elezioni. Tale opzione avrebbe riscosso l’approvazione sia da parte del governo di Muhyiddin che delle opposizioni. Così facendo i primi avrebbero la possibilità di legittimare politicamente la maggioranza governativa, mentre i secondi, con a capo Anwar, avrebbero la possibilità di poter capitalizzare la possibile maggioranza parlamentare in una coalizione elettorale per concorrere alle elezioni.

Chiedere un voto di fiducia

Altra opzione ma ben più difficile è quella in cui il Monarca possa chiedere allo speaker della Camera Bassa del Parlamento, Azhar Azizan Harun, di anticipare la sessione parlamentare prima della data prefissata del 2 Novembre, così da chiedere subito un voto di fiducia sul Governo. Lo speaker ha chiarito che tale possibilità è attualmente l’ultima priorità del Parlamento.

Avviare giro di consultazioni

Richiamando a sé i suoi poteri, il Re avrebbe come suo asso nella manica l’avvio di un giro di consultazioni con i diversi parlamentari – cosa che già fece lo scorso febbraio dopo le dimissioni di Mahathir – per capire se effettivamente c’è una nuova maggioranza parlamentare più stabile di quella attuale che porti avanti il paese in questo momento.