Cashback di Stato: istruzioni pronte (o quasi) per l’uso

Pubblicato il 2 Gennaio 2021 alle 19:38 Autore: Roberta Ruggieri

“Buoni” da essere cashless

Il 2020 è quanto lontanamente si possa definire un buon anno.

Non a caso è il worst year ever, secondo il Time che gli ha regalato un’efficace copertina.

Il 2020 è l’anno delle agevolazioni e proposte di rimborso: grandi sfide e scommesse all’italiana e ne sa qualcosa il nostro Governo.

L’avversario non è più solo il virus ma la tecnologia mal gestita o semplicemente nelle mani di non adatti ai lavori che, nel corso di questi mesi, ha fatto braccio di ferro con l’emergenza pandemica preoccupando non poco Palazzo Chigi.

In Italia è l’anno dei buoni e no, la bontà d’animo qui non c’entra.

Sono tanti e dei più disparati ma cosa avranno in comune i bonus erogati? Un exploit memorabile ma non per il risultato sperato: crash dei sistemi, operazioni bloccate e misteriosi attacchi hacker poi successivamente smentiti.

Prima è venuto il tempo del day one, delle domande per il bonus di 600 euro per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps, poi il bonus monopattini, infine, è venuto il tempo del Cashback di Stato e di Natale.

 

CASHBACK

Un’iniziativa per incentivare i pagamenti non in contante attraverso un sistema di restituzione in denaro di una percentuale di quanto pagato, nell’arco di un semestre, ecco cos’è il Cashback.

L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di lotta al contante prevista dal decreto Agosto convertito in legge il 14 ottobre 2020.

Il primo a debuttare è il Cashback di Natale, partito l’8 dicembre e concluso il 31 dicembre 2020 che richiedeva di effettuare almeno 10 operazioni cashless sulle quali è stato riconosciuto il 10% di rimborso. Con un massimo di 1.500 euro di acquisti si ha rimborso effettivo di 150 euro.

 

Questo primo cashback sarà accreditato a febbraio 2021 sull’Iban indicato al momento dell’adesione all’iniziativa tramite l’app IO o altro sistema messo a disposizione.

 

Un debutto tra le polemiche degli scettici avvalorate dal crash del sistema e l’impossibilità per molti utenti di proseguire con la registrazione.

 

Avranno imparato dalla prima esperienza? Dati alla mano, pare proprio di sì.

 

 LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Tra gli aventi diritto, maggiorenni e residenti in Italia, il Cashback di Stato registra una crescita dopo i primi scivoloni ed errori.

L’app IO, il metodo principale per ottenere i rimborsi, da 3,5 milioni di download all’inizio di dicembre ha superato più di nove milioni di registrazioni.

Tra i vantaggi immediati per gli utenti: la possibilià di scelta d’acquisto con più di 800 negozi in un’unica piattaforma; percentuali di cashback variabilenessuna registrazione di carte di credito; nessun limite dell’importo massimo rimborsabile.

Un esempio dell’applicazione proviene da un Paese europeo, il Portogallo.

È l’unico che nel 2014 ha approvato un sistema di cashback (che prevedeva una detrazione del 15 per cento sulla dichiarazione dei redditi, non un versamento diretto) ed una lotteria degli scontrini, la fatura da sorte.

Se anche in Italia si riuscisse ad ottenere lo stesso risultato, lo Stato riuscirebbe a incassare dieci miliardi in più soltanto di IVA, coprendo abbondantemente la spesa.

 

PALAZZO CHIGI

Le motivazioni esplicite del piano governativo in atto sono chiare: riduzione dell’evasione fiscale e dei costi del contante e un aumento del tasso di digitalizzazione in Italia.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, durante la conferenza stampa del 3 dicembre, ha parlato del Cashback come di un’iniziativa per dare spinta ai consumi e lo stesso Presidente del Consiglio Conte ha confermato la linea governativa:

il motivo principale dell’approvazione è sostenere le attività commerciali e aiutare le famiglie.

Nel discorso del 18 dicembre, Conte è ritornato però sul tema, a seguito di polemiche, inserendolo in un quadro di «misura di sistema».

Parte della confusione è nata dall’inserimento di più operazioni di cashback: coesistono sia l’operazione di Cashback annuale sia quella straordinaria di Natale di cui è confermata l’estensione.

È dal primo gennaio 2021 che parte infatti l’iniziativa di Cashback di Stato “vera e propria” che durerà fino al 30 giugno 2022: in questa fase verrà riconosciuto un rimborso semestrale pari al 10% di quanto speso dal consumatore fino a un massimo di 1500 euro a semestre e purchè si facciano almeno 50 operazioni cashless a semestre: di fatto si potrebbe trattare quindi di un rimborso massimo di 300 euro in un anno.

 

FAVOREVOLI

A difendere il debutto in prima linea gli attori coinvolti, il numero uno di Satispay, uno dei diversi sistemi di pagamento privati che ha permesso lo sgravo del portale senza passare dall’app IO, i funzionari di PagoPA, la società controllata da Palazzo Chigi che gestisce il programma e la Ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano.

Sono da considerare ulteriormente positive le stime, ad esempio quella condotta da The European House Ambrosetti che in uno studio sul Piano Italia Cashless ha previsto, seppur preliminarmente, un gettito da qui al 2025 di circa 4,5 miliardi di euro.

Si tratta di una scommessa e come tale è facile dedurre un forte scetticismo tra esperti ed economisti oltre che da opposizioni di partito.

CONTRARI

Sono tanti gli economisti che scoraggiano il troppo ottimismo delle previsioni poiché diversi elementi del Cashback di Stato renderebbero difficile il raggiungimento di determinati obiettivi e che addirittura, come ha affermato il prof. Nicola Rossi, secondo il quale l’incentivo non sarà sufficiente a convincere gli italiani a cominciare ad utilizzare la carta.

È intervenuta anche la BCE che con una lettera di Yves Mersch, membro del comitato esecutivo, ha criticato l’iniziativa poiché comprometterebbe l’approccio neutrale verso gli altri mezzi di pagamento. Mancherebbe secondo Mersch una chiara prova di fatto del meccanismo di cashback nella lotta contro l’evasione.

Enrico D’Elia, senior economist al Dipartimento delle Finanze del Mef nella sua personale analisi che non coinvolge in alcun modo le istituzioni di appartenenza, ha sollevato un dato che porta a pensare che Il Cashback di Stato avvantaggerà soprattutto le famiglie a reddito medio-alto, residenti al Nord e nelle grandi città, cioè quelle che già utilizzano carte e bancomat.

 “plafond più alto e procedure affidate ai gestori avrebbero dato risultati migliori”

 

PRIVACY: OK DAL GARANTE

Un fattore che ha minato l’accoglienza del progetto è la privacy e la gestione dei dati personali, soprattutto a confronto con i numeri assai ridotti per l’app Immuni.

Il 13 ottobre il Garante Privacy, con provvedimento n.179 ha dato parere favorevole alla misura di Cashback di Stato. Il parere del Garante si è reso necessario in conseguenza del trattamento su larga scala necessario per poter rendere effettiva la diffusione. La valutazione è effettuata sulla base di interazione dell’app con l’utente nel rispetto di trasparenza e correttezza.  (Ad esempio le modalità di acquisizione o revoca del consenso al trattamento).

Nel parere sono definite le finalità del trattamento dei dati personali. Nello specifico Il fine è ”erogazione dei rimborsi a fronte di un determinato ammontare di pagamenti elettronici effettuati in uno specifico arco temporale” .

Ciò rende illegittimo l’uso dei dati raccolti per finalità differenti impedendone, ad esempio, l’uso a fini di accertamento fiscale.

Sono designati nel parere anche i soggetti coinvolti nel trattamento assieme ai ruoli e le responsabilità secondo le previsioni del GDPR.

Il Titolare del Trattamento è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con due responsabili, cioè PagoPA s.p.a e Consap s.p.a.

È ancora all’esame del Garante la valutazione di impatto predisposta da PagoPA relativa ai trattamenti effettuati, in generale, tramite l’app IO.

 

Il nuovo anno, con l’avvio del sistema ufficiale sarà un ulteriore banco di prova per il Governo.