Domenica 25 ottobre ci sarà il primo Plebiscito nazionale in Cile dall’epoca di Pinochet. Il referendum verterà sulla scelta di avviare o meno un processo di revisione della Costituzione ereditata dal regime.
Le proteste
L’attuale Presidente Piñera concesse il referendum dopo l’ondata di proteste contro l’esecutivo che a partire dal 6 ottobre 2019 si svilupparono in tutta Santiago. La goccia che fece traboccare il vaso fu il rincaro dei prezzi dei mezzi pubblici ma le manifestazioni si estesero presto a rivendicazioni più generali come la crescente disuguaglianza sociale ed economica, in Cile l’1% della popolazione detiene più del 26% della ricchezza, ed un costo della vita troppo elevato rispetto ai salari.
Le proteste, inizialmente pacifiche, si fecero presto molto violente: l’assalto e gli incendi ai negozi provocarono l’arrivo dell’esercito e un pugno duro da parte delle forze dell’ordine che con l’utilizzo di proiettili di gomma spesso hanno ferito e accecato i manifestanti. Il bilancio fu di decine di morti e migliaia di vittime.
Nemmeno la sostituzione di 8 membri dell’esecutivo e il bando dei proiettili di gomma placarono le proteste e Pinera accettò di fissare la data per il Plebiscito il 26 aprile 2020, che però a causa della pandemia fu rimandato al 25 ottobre.
Il referendum
Ad un anno dall’inizio delle manifestazioni un’altra ondata di proteste si è levata in Cile e anche questa volta non sono mancati i feriti, la modifica della carta costituzionale è una delle richieste principali dei manifestanti che vedono in quella legge il retaggio di un sistema dittatoriale nonché l’ossatura di un modello economico sociale patriarcale e diseguale. L’attuale costituzione infatti fu emanata dal consiglio di Stato capeggiato dal regime militare di Augusto Pinochet e fu poi approvata l’11 settembre 1980.
In favore del mantenimento dello status quo ci sono gli elettori più conservatori di destra, sostenuti dalla coalizione dell’attuale Presidente composta dai partiti Renovación Nacional e Unión Demócrata Independiente.
I quesiti
Il prossimo 25 ottobre i cileni dovranno votare due quesiti: su una scheda sceglieranno se cambiare o mantenere la Costituzione, mentre la seconda darà l’opportunità di decidere la composizione dell’eventuale nuova Assemblea Costituente. Le opzioni sono essenzialmente due: da un lato un corpo misto composto da membri direttamente eletti e attuali membri del congresso in cui prevalgono le forze di destra, la seconda invece propende per un’assemblea composta unicamente di membri eletti ad hoc.
I sondaggi danno in vantaggio le posizioni più progressiste per il cambiamento della carta da parte di membri estranei al Congresso. La popolarità di Piñera non è aumentata nemmeno con la gestione della pandemia ed è ai minimi storici.
Il Cile ha l’opportunità di cancellare una delle scomode eredità del passato dittatoriale.
Nato a Brescia, laureato in Comunicazione Politica a Torino. L'interesse per politica ed informazione ha guidato il mio percorso di studi. Grande appassionato di cinema e basket.