Come è fatta Italia Viva

Pubblicato il 20 Febbraio 2021 alle 20:29 Autore: Francesco Tozzi

Come è fatta Italia Viva? Un partito leggero ma fortemente orientato al vertice è ciò che emerge analizzando lo Statuto costitutivo del movimento politico fondato nel 2019 dall’ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. Innanzitutto la prima diversità che si incontra rispetto ai partiti tradizionali è di carattere lessicale, ma che identifica la sostanza di quello di cui stiamo parlando.

In tutti i documenti si fa riferimento infatti alla denominazione “Associazione Italia Viva“, come a rimarcare una distanza dall’organizzazione tipica dei partiti novecenteschi e loro trasformazioni.

Gli iscritti diventano “associati” e scompaiono termini come “segretario”, “direzione”, “tesserati”. Dell’associazione riprende anche l’impianto presidenzialistico e una struttura complessivamente più snella. Ma vediamo prima l’assetto centrale del movimento politico e in seguito la sua ossatura sul territorio italiano.

La struttura nazionale

Gli organi che compongono la struttura nazionale di Italia Viva sono il Congresso, l’Assemblea Nazionale, il Comitato Nazionale, il Presidente e la Presidente, il Tesoriere e il Comitato di Tesoreria, i Comitati di garanzia di prima e seconda istanza.

Il Congresso, come avviene di solito all’interno delle organizzazione partitiche, è il massimo organo decisionale e di confronto. Nel caso di Italia Viva è il momento di espressione della volontà di tutti gli associati, che stabiliscono il progetto e gli obiettivi politici generali. Non sono previste partecipazioni per delega, bensì tutti gli aderenti possono partecipare sia in presenza che mediante voto sulla piattaforma telematica del partito.

Il Congresso, scegliendo tra varie candidature abbinate, elegge in ticket la Presidente Nazionale e il Presidente Nazionale, un assetto abituale per i partiti verdi, ma adottato anche dal Partito Socialdemocratico di Germania, solo per far un esempio. La parità di genere è prevista ad ogni livello e in ogni consesso. Le decisioni del Congresso sono prese a maggioranza semplice e determinano la linea dell’associazione in tutte le sue articolazioni territoriali.

Da notare che un vero e proprio congresso fondativo non si è mai tenuto. Tutte le caselle degli organismi dirigenti sono state ratificate durante la prima Assemblea nazionale che si è tenuta a febbraio 2020, mentre lo Statuto è stato firmato in diretta in occasione della Leopolda 10 nell’ottobre 2019. La convention prima appuntamento della corrente renziana del PD, adesso è diventata la manifestazione annuale di Italia Viva.

L’Assemblea Nazionale ha invece competenza in materia di indirizzo della politica nazionale dell’associazione, di organizzazione e funzionamento di tutti gli organismi dirigenti nazionali. È presieduta dai Presidenti ed è composta dai membri del Comitato Nazionale, dagli europarlamentari e parlamentari associati a Italia Viva, dai membri di IV che ricoprono la carica di Ministro, dai Presidenti di Regione, dagli assessori regionali e dai consiglieri regionali di Italia Viva. Ne fanno parte inoltre 150 amministratori locali e 150 associati ed esponenti della società civile individuati dai Presidenti nazionali. Ne sono membri anche il Tesoriere e gli ex Presidenti del Consiglio dei Ministri.

La Presidente e il Presidente nazionali sono eletti dal Congresso e rappresentano l’associazione in tutte le sedi istituzionali, elettorali e politiche. Sono ad oggi in carica Ettore Rosato e Teresa Bellanova. Essi convocano e presiedono le riunioni dell’Assemblea, del Comitato Nazionale e convocano e presiedono il Congresso. Dove in altri partiti questi compiti sono ripartiti tra segretario, presidente e altri organi collegiali, in questo caso sono concentrati tutti nella stessa carica. I Presidenti restano in carica 4 anni e possono essere rieletti. All’articolo 2 dello Statuto viene spiegato come “la gestione e l’utilizzo del simbolo sono attribuiti alla Presidente o al Presidente nazionali a cui è assegnata la rappresentanza legale, anche ai fini dello svolgimento di tutte le attività connesse alle tornate elettorali”. Sono inoltre affiancati da una “Cabina di regia” con funzioni esecutive, una sorta di segreteria politica. La Cabina di regia è un organo di partito a tutti gli effetti con mansioni operative, ma sullo Statuto non viene dato molto risalto a questo gruppo che in realtà dirige l’azione politica di Italia Viva e in cui ogni membro si occupa di una delega precisa.

Accanto alle figure dei presidenti, però, non è prevista una figura di leader o di fondatore come Matteo Renzi che traccia de facto la strategia politica di questo gruppo.

Il Comitato Nazionale è invece l’organo di indirizzo politico che dà esecuzione al progetto definito dal Congresso. Presieduto dai due Presidenti, è composto dalla delegazione di Italia Viva al governo, dai parlamentari nazionali ed europei, dalla Cabina di regia e da 50 membri eletti dall’Assemblea Nazionale.

Hanno inoltre diritto a partecipare al Comitato Nazionale con diritto di parola ma senza diritto di voto i Coordinatori regionali.

Il Tesoriere è il responsabile della gestione economico-finanziaria e patrimoniale dell’associazione e ad esso è affidata l’organizzazione amministrativa e contabile dell’associazione. Il Tesoriere è eletto dall’Assemblea a maggioranza, resta in carica per 4 anni e può essere rieletto. Presiede inoltre il Comitato di tesoreria, composto da 6 membri eletti dal Comitato nazionale. Il Comitato di tesoreria coadiuva il Tesoriere rispetto alla gestione contabile e valuta il bilancio consuntivo e preventivo, sottoponendoli al Comitato Nazionale per l’approvazione.

Un elemento di novità riguarda il comitato di garanzia. Nel caso di IV sono due, come a voler prendere ispirazione dai gradi di giudizio processuali. I Comitati di Garanzia di prima e seconda istanza hanno infatti il compito di risolvere conflitti tra gli iscritti e tra gli eletti riguardo l’applicazione dello Statuto e il corretto utilizzo delle risorse economiche.

I Comitati di Garanzia di prima e seconda istanza sono rispettivamente composti da 4 e 8 associati eletti dall’Assemblea Nazionale su proposta dei Presidenti. Le decisioni assunte dal Comitato di Garanzia di prima istanza possono essere impugnate per un ulteriore giudizio di fronte a quello di seconda istanza.

Gli assetti territoriali

Considerando infine le ramificazioni sul territorio, il movimento si articola complessivamente su tre livelli: quello nazionale che indica la strategia dell’associazione, i coordinamenti territoriali, circoscritti sulla base dei collegi elettorali, che coordinano e controllano l’attività degli associati, e i comitati territoriali e tematici, le unità di base di Italia Viva, che possono essere costituiti da associati e simpatizzanti.

La costituzione dei comitati di base può avvenire su iniziativa del singolo associato e possono parteciparvi altri associati e simpatizzanti. I comitati perseguono le finalità di Italia Viva nel rispetto delle direttive e sotto il coordinamento e la vigilanza del livello nazionale.

I coordinamenti territoriali attuano le indicazioni degli organi nazionali e fungono da supporto e coordinamento dei comitati e degli amministratori locali. I Presidenti nominano due coordinatori territoriali, ratificati con voto dal Comitato nazionale. I coordinamenti territoriali sono articolati su base regionale, provinciale o di città metropolitana, di zona e comunale.

Un presidenzialismo spurio

Si può concludere che, essendo IV un partito originato da una scissione del Partito Democratico, non si è data un’organizzazione articolata e strutturata tipica dei partiti di massa e di corrente. Grande peso è conferito ai due Presidenti Nazionali, che presiedono l’Assemblea, il Comitato Nazionale, la Cabina di regia, il Congresso, propongono i componenti dei Comitati di garanzia, vigilano sui comitati locali e propongono i nomi dei coordinatori territoriali al Comitato Nazionale. L’impianto verticistico di IV rende quindi superflua un’organizzazione di tipo federale ed una segreteria in cui il segretario si pone come primus inter pares. Per quanto riguarda invece la presenza di un leader-fondatore non eletto che affianca i Presidenti, Italia Viva presenta forti analogie con l’Unione di Centro a guida Casini: “Si è però consolidato, nella forma partito dell’Udc una sorta di presidenzialismo spurio, nella persona di Pier Ferdinando Casini, figura anomala di leader informale, extrastatutario e dotato di poteri politici attualmente sovraordinati al segretario Cesa, depositario dell’immagine e interprete autentico della linea del partito verso l’esterno, grazie alla notevole popolarità di cui gode” (Carlo Baccetti, I postdemocristiani, il Mulino, Bologna, 2007, pag. 359). Ettore Rosato ha chiarito fin da subito la necessità di una personalità come Matteo Renzi in prima linea: “Non un partito del leader, ma un partito con un leader. È una grande differenza. Un leader, che non è un leader eletto, è tale perché ce l’ha nel sangue. Un leader si afferma perché riesce a cambiare le cose, perché riesce a coinvolgere le persone, perché riesce a guidare i percorsi quando sono difficili” (Ettore Rosato, Leopolda 10, Firenze, 19 ottobre 2019).