E’ indubbiamente considerata la forza politica più atipica nel panorama parlamentare odierno. Il Movimento 5 Stelle, nato a Milano nel 2009, si è posto da subito l’ambizione di scardinare il concetto di partito classico in nome della democrazia diretta.
Se su alcuni aspetti può esserci riuscito, la partecipazione attiva degli iscritti è ampiamente affiancata da una struttura piramidale più classica che conferisce al Movimento un assetto non così dissimile da quella dei partiti più tradizionali
ATTI
Gli atti che regolano la dinamica interna del Movimento sono 4 e in questi anni sono mutati molto rapidamente.
Ci duole evidenziare come nessuno dei 4, nel momento in cui scriviamo, sia pubblicato sul sito del Movimento o sul “Blog delle Stelle”.
Statuto
Il primo statuto depositato risale al 2012, in vista della tornata elettorale dell’anno successivo. Poi ne viene depositato un secondo e nel 2017 un terzo. Ciascuno ricostituisce una nuova associazione con la stessa denominazione. Nel caso dei primi due, la sede era in Genova mentre l’ultimo sposta la sede a Roma in Via Nomentana.
Lo statuto degli aspetti costitutivi dell’associazione e ne definisce la struttura.
Nel primo articolo si parla anche dell’Associazione Rousseau, con cui stipulare accordi per l’utilizzo della Piattaforma, strumento cardine del Movimento per consultare gli iscritti.
Non-Statuto
Presentato nel 2009 e modificato nel 2016. Non è un atto ufficiale ma sancisce i principi ispiratori del Movimento soprattutto negli aspetti del funzionamento interno.
Regolamento
Approfondisce ambiti già menzionati nello statuto e norma nel dettaglio alcune prassi. E’ stato modificato nel 2016 nella parte che concerne le espulsioni (mitigando un automatismo presente nella prima versione).
Codice etico
Racchiude le norme di comportamento che devono rispettare i candidati e gli eletti.
STRUTTURA
Dallo statuto vigente (2017) si ricava l’attuale struttura del partito. Eccezion fatta per un’aggiunta: il team del futuro, costituito poco prima del passaggio alla reggenza di Vito Crimi con l’approvazione di un voto su Rousseau.
ORGANIGRAMMA
I vertici del Movimento negli ultimi tempi hanno visto diverse novità, a partire del Capo Politico, ruolo passato al reggente Vito Crimi dopo le dimissioni di Luigi Di Maio nel gennaio 2020. Fino ad allora la carica coincideva anche con quella di Tesoriere.
PROSPETTIVE FUTURE
L’11 dicembre si sono chiusi gli stati generali del Movimento 5 Stelle. Da molti osservatori sono considerati la chiusura di un ciclo aperto ai tempi del Vaffa day e l’apertura di una nuova fase in cui il Movimento rivede il suo assetto in favore di uno più tradizionale. Insomma, da partito di governo.
Tra le proposte più significative uscite dagli stati generali c’è proprio una modifica alla struttura. E’ in campo infatti la quarta modifica allo statuto: mira a sostituire il Capo Politico con un Comitato Direttivo di 5 persone (con almeno 2 quote di genere su 5).
La proposta sarà sottoposta al voto dell’assemblea degli iscritti su Rousseau che è calendarizzata in prima votazione per il 9 e 10 febbraio. Se in quella sede non voterà almeno il 50% degli iscritti si dovrà rivotare il 16 e 17 dello stesso mese.
Qualora la proposta venisse approvata (quasi certo) terminerebbe la reggenza di Vito Crimi e si procederebbe all’elezione dei 5 componenti del Comitato Direttivo, nuovo vertice del Movimento, che resterà in carica per 3 anni.
Lombardo DOC, appassionato di sistemi elettorali, movimenti sociali, geografia politica e studi sulle diseguaglianze.
Studia scienze politiche all'Università degli Studi di Milano e collabora con diverse testate online.
A tempo perso suona il violoncello e gira per scuole e bar per avvicinare i più lontani alla sua principale passione: la politica.