Elezioni alle Seychelles, guai in vista per il partito del Presidente?

Pubblicato il 19 Ottobre 2020 alle 22:18 Autore: Tommaso Rossotti

Tra il 22 e il 24 ottobre si terranno le elezioni legislative e presidenziali nell’arcipelago africano delle Seychelles. Si tratta rispettivamente della decima tornata presidenziale e dell’undicesima elezione parlamentare nella storia politica indipendente di queste isole. Le elezioni parlamentari si sarebbero dovute tenere nel 2021, ma i partiti di governo e opposizione si sono accordati per terminare la legislatura quest’anno, per accorpare le due tornate elettorali.

Mai la partita è stata così aperta: per la prima volta, infatti, il partito di governo (Seychelles United) potrebbe non eleggere un suo rappresentante alla guida del Paese.

 

Il contesto politico

Le Seychelles hanno un sistema presidenziale in cui il Presidente è eletto a suffragio universale ed a capo del governo, mentre il Parlamento (l’Assemblea Nazionale) è responsabile del potere legislativo. Lo scranno più alto dell’arcipelago nell’Oceano Indiano è attualmente occupato da Danny Faure, il quale è succeduto al dimissionario James Michael nel 2016. Faure è il leader del partito Seychelles United, il quale è stato ininterrottamente al governo dal 1977, fino al 1993 in un sistema a partito unico (con il nome Fronte Popolare Progressista delle Seychelles), e dagli anni ’90 in poi in un sistema multipartitico. Faure ha occupato numerose posizioni di governo nel XXI secolo, tra cui Ministro per le Politiche Giovanili, Ministro delle Finanze, Ministro per il Commercio e per l’Industria, ed è stato Vicepresidente tra il 2010 e il 2016. Faure si è distinto per l’attenzione dimostrata verso le questioni ambientali, per cui ha vinto il premio “Planetary and Leadership Award” di National Geographic nel 2019.

 

I principali partiti

Le Seychelles hanno un sistema prevalentemente bipartitico. Il partito principale è, come detto in precedenza, Seychelles United (PL). Il partito fu fondato negli anni ’60 da inviati socialisti della Germania Est, della Tanzania e dell’Algeria. Sotto la guida di France-Albert René, il partito organizzò un colpo di Stato nel 1977, prendendo il potere e instaurando un regime autoritario. Oggi il partito si attesta su posizioni socialdemocratiche.

Dal ritorno alla democrazia nel 1993, il principale partito d’opposizione è Linyon Demokratik Seselwa (Unione Democratica delle Seychelles, LDS), un partito liberale di centro-destra formato da un’alleanza di quattro partiti.

 

Il sistema elettorale

Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, il sistema elettorale prevede un’elezione diretta a suffragio universale. Se al primo turno nessun candidato ottiene il 50%+1 dei voti, si tiene un secondo turno tra i due candidati più votati durante la prima tornata.

L’Assemblea Nazionale è invece eletta con un sistema misto: 26 membri sono eletti in collegi uninominali in un unico turno; un massimo di dieci altri seggi sono attribuiti in modo proporzionale, assegnando un seggio ogni 10% ottenuto da un partito.

 

I candidati

Per la prima volta nella storia delle Seychelles, tre candidati si sfideranno per la presidenza dell’arcipelago. Oltre all’attuale Presidente Faure, troviamo il candidato di LDS, Wavel Ramkalawan e Alain St Ange, ex-Ministro del Turismo in quota Seychelles United e oggi alla guida di One Seychelles, un partito populista di centro.

 

I tre candidati alle elezioni presidenziali. Fonte: Electoral Commission of Seychelles

 

Come sono andate le scorse elezioni?

Nonostante la mancanza di sondaggi ufficiali, la tendenza delle ultime tornate elettorali rivelano uno scenario inquietante per il partito di governo. Nelle elezioni presidenziali del 2015, infatti, si è arrivati per la prima volta ad un secondo turno; nel 2016, Seychelles United non ha ottenuto la maggioranza al’Assemblea Nazionale per la  prima volta dopo l’indipendenza dell’arcipelago africano. La crisi di Seychelles United e la presenza di un terzo candidato potrebbe portare per la prima volta ad un sistema politico dominato da partiti che storicamente sono stati all’opposizione.