Frattura nel Partito Comunista: si rompe l’unità d’azione con il Fronte della Gioventù Comunista

Pubblicato il 14 Marzo 2020 alle 16:40 Autore: Riccardo Izzo

“Il Fronte della Gioventù Comunista ha sospeso il patto di unità d’azione con il Partito Comunista, sino a quando non saranno ristabilite le condizioni politiche ed organizzative interne previste dallo scorso congresso, base politica comune sulla quale era stato siglato il patto”.

Questa è la decisione presa dall’organizzazione giovanile comunista, con il commissariamento da parte del Partito Comunista della federazione di Roma che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

L’affidamento della guida del PC romano a Fabio Massimo Vernillo, deciso dalla Commissione Centrale di Controllo e Garanzia e dal Comitato Centrale, è stato motivato, a detta della federazione, dal “non aver sostenuto sufficientemente la candidatura di Marco Rizzo alle elezioni suppletive dello scorso 1 marzo”.

Il FGC e il PC-Roma criticano uno scivolamento del Partito Comunista verso una riserva personale (in riferimento al Segretario Marco Rizzo) e l’elettoralismo e l’aver strizzato l’occhio a settori reazionari di destra.

In risposta alle accuse, il partito a livello nazionale ha pubblicato online l’esito delle votazioni e comunicazioni interne, richiamando i membri al principio del “centralismo democratico”, che impone nei partiti leninisti l’osservanza delle decisioni prese a maggioranza dopo un dibattito democratico.

In vista del III Congresso del Partito, convocato verso la fine del 2020, gli animi interni erano comunque già stati surriscaldati dalla decisione di Alessandro Mustillo, ex Segretario del FGC e segretario della federazione romana del partito, di abbandonare l’Ufficio Politico del PC, che ha osservato uno spostamento “a destra di alcune posizioni politiche espresse dal SG (“mi sento più simile a Salvini” intervista al Giornale) e critiche sull’assenza di una strategia generale del Partito, e di mancata strutturazione organizzativa”.