I contenuti del nuovo Decreto Sicurezza

Pubblicato il 8 Ottobre 2020 alle 10:03 Autore: Livio Scarlata

Tra gli elementi fondanti per la formazione del governo giallorosso nell’agosto 2019, il segretario del PD, Nicola Zingaretti, aveva fissato cinque punti da cui ripartire. Tra di essi, figurava la modifica dei cosiddetti “decreti sicurezza”, promossi dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini; per apportare un mutamento nella gestione dei flussi migratori. Dopo 13 mesi di governo il fine preposto è stato raggiunto; difatti, in occasione del Consiglio dei Ministri del 5 Ottobre, sono state apportate delle modifiche al testo originario.

 

Cosa è cambiato?

Il Cdm del 5 Ottobre 2020 ha approvato un decreto-legge che modifica gli articoli 131-bis e 588 del codice penale. Tali emendamenti riguardano: protezione umanitaria e rilascio di permessi di soggiorno, sistema di accoglienza e gestione del transito navale in acque territoriali.

 

 

Protezione internazionale

Il nuovo decreto reintroduce la protezione internazionale per gli stranieri, e il conseguente il divieto di espulsione o respingimento qualora vi sia per l’interessato il rischio di tortura, trattamenti inumani e violazione della sua vita privata e familiare nello stato di provenienza. Nelle suddette circostanze è previsto il rilascio del permesso di soggiorno per la protezione speciale. Inoltre, è riconosciuta la possibilità di convertire in permessi di soggiorno lavorativi  i permessi di soggiorno per protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori. Tali misure “protettive” erano state rimosse dai precedenti “decreti sicurezza”, che quindi non garantivano i permessi di soggiorno per ragioni umanitarie e la convertibilità delle altre tipologie in permessi lavorativi.

Sistema di accoglienza

Per quanto riguarda il sistema di accoglienza diffusa, viene reintegrata la possibilità per i richiedenti asilo di accedervi. Possibilità precedentemente riservata soltanto a coloro i quali godevano già di una forma di protezione. Il nuovo sistema si articolerà in due livelli. Il primo pensato per chi rientra tra i richiedenti per la protezione internazionale. Il secondo, per chi  già usufruisce del sistema, “con servizi aggiuntivi finalizzati all’integrazione”.

Transito navi e soccorsi

Stando ai precedenti decreti sicurezza, il potere del governo nei confronti delle ONG che operavano nel Mediterraneo era superiore rispetto all’attuale. In precedenza il governo poteva impedire l’ingresso nelle acque italiane, con multe che arrivavano fino a 1 milione di euro e la conseguente confisca della nave. Il neonato decreto-legge, invece, mantiene il divieto di ingresso esclusivamente nel caso in cui le ONG non comunichino alle autorità italiane e allo Stato di bandiera le rispettive operazioni di soccorso, pena la reclusione fino a due anni e una multa da 10.000 a 50.000 euro. In aggiunta sono state “eliminate le sanzioni amministrative introdotte in precedenza”, inclusa la confisca della nave.