Israele, la Corte Suprema giudicherà la legittimità del governo

Pubblicato il 19 Novembre 2020 alle 00:39 Autore: Matteo Bulzomì

Il 13 novembre la Corte Suprema di Israele ha dato al governo 21 giorni di tempo per giustificare l’accordo di coalizione che ne sancisce la legittimità. Il pomo della discordia è l’impegno dei due contraenti, il Likud di Benjamin Netanyahu e Blu e Bianco di Benjamin Gantz, ad emendare la Legge Fondamentale di Israele in modo da permettere la rotazione dell’incarico di Primo Ministro e di impedire ad entrambi i contraenti di far cadere il governo.

L’attuale amministrazione dello Stato ebraico è nata lo scorso aprile dopo tre tornate elettorali. Nonostante l’iniziale rifiuto di Gantz di partecipare ad un governo con Netanyahu per via dei suoi scandali giudiziari, il pericolo che Israele si trovasse senza un governo nel corso di una pandemia lo ha persuaso a tornare sui propri passi. I due leader politici si sono quindi impegnati a governare a rotazione per due mandati di 18 mesi ciascuno, di cui il primo a guida Netanyahu.

La nascita di questo governo è stata salutata con ostilità sia da alcuni esponenti di Blu e Bianco sia da altri componenti della società civile, tra cui l’ONG “Movement for Quality Government“. Secondo quest’ultima, l’attuale coalizione al potere è una vittoria per Netanyahu e una sconfitta per la democrazia israeliana. La vittoria per il PM uscente consiste nel mantenere l’immunità giudiziaria in un momento in cui è chiamato a rispondere di corruzione, frode e abuso di fiducia. La sconfitta per la democrazia israeliana consiste nel cambiamento delle Leggi Fondamentali del Paese al solo scopo di favorire un politico corrotto.

Per queste ragioni la Corte Suprema ha deciso di esaminare più da vicino la legittimità di questa coalizione, che, dopo poco più di sei mesi di vita, comincia già a scricchiolare. Se riuscirà a dimostrare che il compromesso non è incostituzionale, il governo proseguirà il suo corso. Se ciò non dovesse accadere, andare a nuove elezioni sarà inevitabile. La decisione della Corte è stata accolta con sdegno da diversi membri del Likud, che hanno accusato i giudici di intervenire indebitamente nelle questioni della Knesset.