La Russia realizzerà un proprio avamposto navale in Sudan

Pubblicato il 19 Novembre 2020 alle 00:36 Autore: Lorenzo Tita

Il Cremlino ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Khartoum per la creazione di una base navale russa nel paese africano. Secondo la bozza dell’intesa, il Sudan fornirà gratuitamente a Mosca il terreno per un periodo di 25 anni. L’accordo si rinnoverà automaticamente per periodi di 10 anni.

Il complesso sorgerà nei pressi della base navale sudanese presente a Flamingo Bay, a nord di Port Sudan, il porto sul Mar Rosso più importante del paese. La protezione esterna della base sarà affidata all’esercito sudanese, mentre la difesa dello spazio acquatico e aereo sarà di competenza russa. Su richiesta delle autorità di Khartoum, i russi potranno partecipare ad azioni nelle acque territoriali sudanesi e a operazioni di ricerca e soccorso.

Il Cremlino equipaggerà il Sudan con armamenti, truppe e materiale speciale, la cui fornitura verrà stabilita con la stipula di un protocollo addizionale. Secondo alcuni report, i russi installeranno sistemi difensivi aerei e di guerra elettronica per meglio proteggere il complesso.

Stando alla bozza dell’accordo, Mosca potrà utilizzare ogni aeroporto e porto sudanese per importare ed esportare ogni tipo di armamento, munizione ed equipaggiamento necessario sia per proteggere la base, sia per equipaggiare le navi da guerra. Il Sudan non applicherà alcun tipo di tassa sul materiale importato ed esportato.

L’importanza dell’avamposto sudanese

Il personale militare permanente non potrà superare le 300 unità, e solamente quattro navi potranno essere ormeggiate contemporaneamente. Nonostante ciò la base sarà in grado di accogliere imbarcazioni a propulsione nucleare, purché vengano rispettate le norme di sicurezza ambientale e nucleare. Questo contribuirà ad aumentare la capacità di combattimento di Mosca non solo nel Mar Rosso, ma anche in tutto l’Oceano Indiano.

Con la creazione di vari avamposti, Mosca vuole compensare la mancanza di personale militare e, soprattutto, di navi da guerra. La ricostruzione della base navale di Tartus, in Siria, segue proprio questa logica.

La base sudanese servirà al Cremlino per contrastare la pirateria che infesta la regione, oltre che per controllare i flussi commerciali che dall’Asia orientale raggiungono l’Europa e gli Stati Uniti. Da non dimenticare sono altresì le forniture di idrocarburi provenienti dal Golfo Persico, le quali passano proprio attraverso quell’area prima di raggiungere il vecchio continente e il Nord America.

Resta da vedere quanto tempo passerà prima che la base diventi operativa, e soprattutto che uso ne farà concretamente Mosca. Certamente i rapporti diplomatici tra Sudan e Russia verranno intensificati, con potenziali ricadute sulle relazioni tra Khartoum e Washington e sull’intero scacchiere regionale.