Nuova Zelanda, il Parlamento decriminalizza l’aborto

Pubblicato il 20 Marzo 2020 alle 12:00 Autore: Andrea Miotti

Il 18 Marzo il parlamento neozelandese ha votato per decriminalizzare l’aborto. La nuova legge ha rimosso le interruzioni di gravidanza dal codice penale del paese, semplificando inoltre le procedure per aver accesso alla pratica.
Precedentemente infatti l’aborto era considerato un crimine secondo il Codice Criminale del 1961, con alcune eccezioni introdotte dalla Legge sulla Contraccezione, Sterilizzazione ed Aborto del 1977. Secondo queste leggi l’aborto era da considerarsi legale solo prima delle 20 settimane di gravidanza e solo in caso di incesto, grave rischio psicologico o fisico per la madre, severe disabilità fisiche e mentali del feto. Una donna intenzionata ad abortire doveva ottenere l’autorizzazione di due dottori, più un chirurgo per l’operazione nel caso i due dottori non fossero abilitati a praticare interruzioni di gravidanza.

La legge è stata proposta nel 2019 dai Laburisti di Jacinda Ardern, al governo dal 2017 in coalizione con i nazional-conservatori di New Zealand First. Fortemente appoggiata dall’attuale Ministro della Giustizia Andrew Little, la legge è stata approvata con 68 voti in favore e 51 contrari. Considerata “questione di coscienza”, i deputati hanno potuto votare senza seguire la linea del proprio partito.
Prima del voto, New Zealand First aveva richiesto di organizzare un referendum confermativo per la legge. La proposta è stata però bocciata con 100 voti contrari e 19 a favore.
Una donna che volesse abortire ora può farlo recandosi direttamente ad una clinica autorizzata. L’approvazione di un dottore è ora necessaria solo dopo le 20 settimane di gravidanza.