Sondaggi Ipsos: pensioni e prescrizione

Pubblicato il 18 Febbraio 2020 alle 14:02 Autore: Riccardo Izzo

Pensioni

Secondo Ipsos per Di Martedì sul tema pensioni, il 61% degli intervistati non sarebbe disponibile a lavorare per un periodo più lungo per lasciare una pensione più alta ai propri figli e nipoti, contro un 30% che sarebbe invece disponibile. Un ulteriore 9% non indica risposta.

Secondo le statistiche del sindacato Uil, l’Italia è seconda solo alla Grecia sui requisiti più alti di accesso alla pensione. L’età media del pensionamento in Italia è 66,7 sia per gli uomini che per le donne (65,7 per le donne dipendenti nel privato), a fronte di una media europea di 64,4 per gli uomini e 63,4 per le donne (la Svezia detiene il record dell’accesso all’età pensionabile più basso, 61 anni).

Attualmente il D.L. 4/2019, successivamente convertito in legge, introduce la possibilità di andare in pensione a quota 100, ossia 62 anni di età e 38 anni di contributi. La misura vale unicamente per chi matura i suddetti requisiti entro il 31 dicembre 2021.

In base a questi sondaggi, doveroso citare i Neet, ossia i ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono attualmente in cerca di un impiego. Secondo i dati Eurostat, tra i ragazzi nella fascia 20 – 34 anni, l’Italia detiene il record europeo, 28,9%.

Prescrizione

Sempre secondo gli intervistati, sul tema “prescrizione”, il leader di Italia Viva Matteo Renzi sta cercando visibilità per il 77%, contro un 9% che pensa che stia conducendo una giusta battaglia garantista in linea con i valori del suo nuovo partito. Un 14% invece non indica una risposta.

Aumenta sempre di più l’alta tensione tra Renzi e gli alleati di governo. Il leader fiorentino ha attaccato il PD asserendo si fosse grillinizzato e appiattito al giustizialismo 5stelle, contestando accanto ad avvocati ed esperti di diritto il lodo Conte-bis considerandolo incostituzionale, e facendo disertare alle ministre di IV il Cdm sul processo penale.

D’altro canto il premier Conte ha bollato come “opposizione maleducata” quella di Italia Viva, che ha votato 3 volte con le opposizioni (FI, Lega e Fdi) per abbattere la legge Bonafede, richiamando l’assunzione di responsabilità di Governo per “camminare insieme” dopo la fiducia ottenuta per un preciso programma, negando di pensare a un Governo Conte-ter senza IV.