USA 2020, il ritratto dell’ex candidato Pete Buttigieg

Pubblicato il 2 Marzo 2020 alle 09:41 Autore: Duilio Rega

Pete Buttigieg è nato il 19 gennaio 1982 a South Bend, nello stato dell’Indiana, ed è il più giovane candidato alle primarie dem 2020. Laureatosi in storia e letteratura ad Harvard, ha studiato anche a Oxford ed ha lavorato per un’importante società di consulenza. Inoltre, ha preso attivamente parte alla campagna presidenziale del candidato democratico John Kerry alle elezioni del 2004.

Suo padre Joseph, di origine maltese, è stato un professore universitario, fondatore dell’International Gramsci Society e primo accademico a tradurre in inglese i “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci. Studiare Gramsci non ha reso però Joseph un comunista, tantomeno Pete: quest’ultimo ha infatti ereditato dal padre una spiccata attitudine progressista ed un approccio quasi post-ideologico che lo inducono a considerarsi un sostenitore del capitalismo democratico.

Nonostante la sua giovane età, la vita di Buttigieg è già piuttosto densa di esperienze da raccontare: nel 2014 ha trascorso 7 mesi in Afghanistan in qualità di ufficiale dell’intelligence navale della Marina degli Stati Uniti e qualche mese dopo il suo rientro, nel giugno 2015, ha rivelato pubblicamente di essere omosessuale. Nel 2018 ha quindi sposato il compagno Chasten Glezman, che lo segue in quasi ogni appuntamento della sua campagna elettorale.

LA CARRIERA POLITICA

“Mayor Pete” è stato sindaco della sua città natale, South Bend, dal 1 gennaio 2012 al 1 gennaio 2020, ricoprendo quindi due mandati. La prima volta fu eletto con il 74% dei voti, la seconda con l’80%, diventando così il più giovane sindaco americano di una città con almeno 100 000 abitanti. Nel 2013 è stato eletto sindaco dell’anno insieme a Michael Bloomberg, all’epoca sindaco di New York: oggi entrambi sono candidati alla nomination democratica.

IL SUO ORIENTAMENTO POLITICO

Come visto in precedenza, Buttigieg è un forte progressista, sostenitore di una forma più democratica di capitalismo rispetto a quella attuale. Il suo intento principale è quello di fornire ai cittadini statunitensi una visione degli USA (e del mondo) profondamente diversa dalla trumpiana “Make America Great Again”, con l’obiettivo di catalizzare il consenso degli elettori moderati che non si riconoscono in politici dalle idee fortemente polarizzate come Trump e, sul fronte opposto, Bernie Sanders. 

Nel discorso in cui ha annunciato ufficialmente la propria candidatura alle primarie dem, Buttigieg ha parlato di libertà, di sicurezza e della sua idea di democrazia, in cui il Presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere eletto in base ai voti assoluti ricevuti e non con il meccanismo dei Grandi Elettori. Il suo è un programma di stampo riformista, aperto il più possibile ai diritti civili e alla gestione dei cambiamenti con un approccio spiccatamente pragmatico piuttosto che ideologico. Ecco quindi l’opinione di Buttigieg sui principali temi al centro del dibattito politico americano.

Politiche criminali: fermo sostenitore dell’abolizione della pena di morte e anche del cosiddetto “cash bail” (il sistema grazie al quale i sospettati che sono in attesa di processo possono lasciare la prigione su cauzione), in quanto ritenuto anti-democratico nei confronti di chi non può permettersi di pagare. È inoltre contrario alle prigioni private ed alla pena minima per crimini di droga, dichiarandosi invece favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.

Istruzione: ritiene necessario abbassare i costi delle rette universitarie, prevedendo anche un piano per gli studenti incapaci di ripagare i debiti contratti con lo Stato nel tentativo di garantirsi l’accesso ad un’istruzione avanzata. Considera al tempo stesso doveroso aumentare gli stipendi degli insegnanti.

Ambiente: si è dichiarato favorevole al Green New Deal e a riportare gli USA all’interno dell’Accordo sul clima di Parigi.

Armi: è intenzionato ad aumentare le restrizioni sul possesso di arma da fuoco, introducendo al tempo stesso controlli più efficaci per chi ne possiede già una.

Aborto: si ritiene favorevole a lasciare piena libertà di scelta alle donne piuttosto che al governo, stabilendo comunque determinati limiti entro i quali agire.

Immigrazione: propone di concedere la cittadinanza ai cosiddetti “dreamers” (i migranti arrivati negli Usa irregolarmente da bambini), abolendo gran parte delle misure restrittive introdotte da Trump.

Economia: ha in mente un grande piano in cui coinvolgere l’intera rete infrastrutturale del Paese, investendo in particolar modo nelle aree rurali. Inoltre, ritiene necessario introdurre regole più stringenti in materia di tassazione sui più abbienti e sulle grandi aziende tech, al tempo stesso aumentando il salario minimo federale a 15 dollari l’ora.

Sanità: si ritene contrario al piano Medicare for All ma considera necessario aumentare le coperture attualmente esistenti in favore delle classi più svantaggiate. 

Politica estera: considera necessario aumentare la spesa per la Difesa, specialmente per quanto concerne le aree di intervento più delicate; al tempo stesso, propende per un ritiro delle truppe americane dalle zone dove la loro presenza è ormai superflua. Riconosce inoltre la necessità di collaborare con la Cina e di rimuovere tutti i dazi commerciali applicati da Trump.

NEI SONDAGGI

Dopo aver ottenuto il maggior numero di delegati in Iowa e aver di fatto pareggiato con Bernie Sanders in New Hampshire, sono arrivati due passi falsi in Nevada (terzo, 3 delegati ottenuti) e in South Carolina (quarto, 0 delegati). Attualmente Mayor Pete, con i suoi 26 delegati totali, si trova quindi alle spalle di Sanders (58) e Biden (50); nei sondaggi, invece, Buttigieg con il suo 11% si contende la quarta piazza con Elizabeth Warren (11,8%), alle spalle di Sanders, Biden e Bloomberg.

FUNDRAISING

La campagna elettorale di Pete Buttigieg ha raccolto finanziamenti per una cifra pari a circa 83 milioni di dollari; ne sono stati spesi invece circa 76 (dati aggiornati al 31 gennaio 2020).

     

ENDORSEMENTS

Pete Buttigieg ha ricevuto gli endorsements di Donald Beyer (membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della Virginia), Pete Visclosky (Indiana), Kathleen Rice (New York), Anthony Brown (Maryland), David Loebsack (Iowa), Ann McLane Kuster (New Hampshire) e di Andy Kim (New Jersey).

VERSO LA CONVENTION DEMOCRATICA DI LUGLIO

Il percorso di Buttigieg per ottenere la nomination democratica è apparso tortuoso e pieno di insidie. Nonostante Mayor Pete incarnasse perfettamente “il nuovo che avanza”, i giovani non hanno mostrato particolare interesse per lui, preferendogli di gran lunga il settantottenne Bernie Sanders. Lo stesso discorso sembra valere per le minoranze: grazie all’endorsement dell’altra next big thing della politica americana, Alexandra Ocasio-Cortez, anche gli ispanoamericani al momento propendono in maggioranza per Sanders mentre gli afroamericani, salvo ulteriori sorprese, dovrebbero preferire l’altro candidato moderato, Joe Biden, che è stato vicepresidente durante la presidenza di Barack Obama.

I sostenitori di Buttigieg avranno comunque di che consolarsi: a 38 anni, e con questi presupposti, Mayor Pete non può che sognare un futuro roseo per la propria carriera politica, e negli USA c’è già chi immagina la sfida tra lo stesso Buttigieg e la Ocasio-Cortez alle prossime primarie dem del 2024.